Donne in Cammino

“Il processo nel gruppo ha lo scopo di favorire una rimessa in discussione di sé che nasce innanzitutto dall’accettazione di sé, un’apertura all’altro sul piano di una comunicazione la più aperta e libera possibile e un’accentuata consapevolezza, in vista di una maggiore autonomia, sincerità e integrità”.

[tratto da “Il cerchio che cura”, di Claudio Tomati]

 

Missione:

  • Unirsi in cerchio nel nome dell’Amore per riprendere contatto con la psiche istintiva, onorando la linfa che anima l’essere donna, i doni della ciclicità, della maternità nelle sue molteplici forme, della creatività con i suoi colori e le sue leggi, la grazia, la saggezza ancestrale, la forza primordiale, il sacro divino Femminile.
  • Creare uno spazio che contenga e sostenga una tribù di donne in continua evoluzione, affinché ci si possa connettere nella pienezza, nel rispetto e nella grazia… onorando, includendo e trascendendo la storia personale e accedendo al campo di forze archetipiche transpersonali. Un contatto animico… un contatto che cura.
  • Vivere la magia del cerchio che cura: l’osservazione consapevole in un cerchio dove non c’è spazio per il giudizio può consentire la comprensione della vera natura di ogni evento, permettendoci di coglierne il suo potenziale creativo e curativo.
  • Permettersi di sperimentare profondamente la forza creatrice che vive in noi e che si esprime attraverso di noi.
  • Accogliere la nostra totalità, osservando, accettando, divenendo consapevoli della luce e dell’ombra, dell’Io e del Sé, di ciò che ci appartiene e di ciò che non ci appartiene ma di cui abbiamo deciso di farci carico. La consapevolezza e l’accettazione – nello spazio del non giudizio – permettono di fare il salto dalla prima attenzione (l’attenzione veicolata dallo sguardo sulla realtà) alla seconda attenzione (l’attenzione veicolata dallo sguardo sulla verità).
  • Armonizzare il Sacro Femminile e il Sacro Maschile che co-esistono in noi, lo Yin e lo Yang, il canale lunare e quello solare… con l’intento di fare del Due l’Uno.
  • Conoscere ed accettare pienamente noi stesse per aprirci a conoscere ed accettare pienamente gli altri: quando ci sentiamo supportate e sostenute dalla grazia di un campo che permette di elaborare la nostra storia personale, un campo dove la tua storia è anche la mia storia, le tue paure sono anche le mie paure,… possiamo uscire dalla trappola della “bambina ferita e schiacciata”, la trappola della delega, ed accedere al potere personale e al dono della responsabilità. Ecco che quando siamo responsabili dei nostri passi, delle nostre azioni, delle nostre scelte, del nostro sentire… solo allora possiamo onorare integralmente colui che ci sta di fronte, colui che cammina accanto a noi, colui che siede dietro a noi, colui che respira la nostra stessa aria, colui/colei che scegliamo come compagno/a di vita, colui/colei che ci ha donato la vita, colui/colei che si manifesta attraverso di noi come figlio/a,… Conosco e accetto pienamente me stessa per poter costruire, nutrire e onorare legami e relazioni sane.
  • Onorare la Via del Sentire… la pancia, il grembo, il senso sentito, il piacere originario, la bellezza del Femminile ritrovato, il fiore che sboccia, il profumo che emana, la grazia che cura.
  • Percorrere la Via del Dharma: l’autorealizzazione che precede l’autotrascendenza. Il processo di autorealizzazione risponde a domande quali: chi sono io? quale compito sono chiamata a svolgere in questa comunità/società? quale abito rispecchia e onora la mia vera natura, la mia parte più autentica? Nel cerchio ritrovo me stessa, nel cerchio riscopro me stessa, nel cerchio onoro me stessa, nel cerchio realizzo me stessa. Tutte noi sappiamo quanto coraggio ci vuole per onorare pienamente la nostra vera natura, per camminare lungo la Via del Sentire, per svincolarsi da aspettative altrui, da condizionamenti che ci arrivano dalla famiglia e dalla società e per, finalmente, arrivare a decidere di non indossare più un abito che non rispecchia le nostre forme e le nostre misure…. Tutte noi sappiamo quanto coraggio ci vuole per svuotarsi, per lasciare andare, e per arrivare finalmente a riconoscere come nel vuoto c’è il pieno. In termini concreti questo si traduce nel lavoro che svolgiamo nell’ordinario, nella possibilità di avvicinarci sempre più alla persona che autenticamente siamo e al lavoro che rispecchia il nostro Dharma… la nostra chiamata all’autorealizzazione.

 

Strumenti:

Strumenti che nascono dalla danza tra Occidente e Oriente… strumenti antichi e strumenti moderni… strumenti che permettono di passare dal dualismo all’unità:

  • cerchio
  • insight (letteralmente “visione interna”, è un termine usato in psicologia per definire il concetto di intuizione nella forma immediata ed improvvisa)
  • discipline antiche e moderne che promuovono il processo di autorealizzazione, quali lo Yoga e la Biotransenergetica, che affonda le radici nella tradizione di cura afrobrasiliana legata allo sciamanesimo utilizzando rituali e pratiche a mediazione psico-corporea
  • consapevolezze e strumenti di cura legati alle conoscenze nell’ambito delle neuroscienze, della psicologia e della psicoterapia transpersonale.

 

“Quando perdiamo contatto con la psiche istintiva, viviamo in uno stato prossimo alla distruzione; a immagini e poteri naturali per il femminino non è consentito il pieno sviluppo. Quando una donna è staccata dalla sua fonte essenziale, risulta sterilizzata, e i suoi istinti e i suoi cicli naturali di vita vanno perduti, soggiogati dalla cultura, o dall’intelletto o dall’io, propri o altrui.” 

– Clarissa Pinkola Estes –